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Caos

Maggio 1, 2018

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Di Marco Zenesini

Nel presente momento storico, chiunque disponga di certa lungimiranza non può che trovarsi a constatare un sempre più effettivo processo di degenerazione, su una pluralità di livelli che comprende tanto la politica quanto i costumi, tanto la cultura quanto le arti, tanto l’economia quanto le componenti sociali di base, a cominciare dall’inarrestabile flusso migratorio di cui l’Europa è da anni oggetto.

Vi sono forze le quali, da tempo, intendono opporsi a tutto ciò. In tal senso, si deve notare che una reazione è sempre auspicabile, in particolare nell’ambito di contingenze che tutti noi riguardano.

Al contempo, tuttavia, sovviene la lezione di due testi fondamentali e normativi, ferma restando la necessità della loro contestualizzazione: Cavalcare la tigre di Julius Evola e La disintegrazione del sistema di Franco Giorgio Freda.

Senza dilungarsi in sintesi inopportune, lo studio dei succitati testi porta ad un interrogativo, dal quale ciascuno può sortire le proprie conclusioni. Vale a dire: è possibile arrestare il caos che ci circonda, o non è piuttosto preferibile che esso acceleri, proprio perché si può ritenere che solo dal raggiungimento del suo culmine sia concepibile l’emersione di un nuovo ordine, promanante dal dinamico flusso tradizionale?

Si tratta, peraltro, di una concezione che può avere anche conseguenze pericolose, come già accadde in altri anni; ma si è spesso portati a pensare che ogni cambiamento non possa avvenire se non a patto di attraversare più di un inferno in terra.

Questo comporterebbe la prevalenza della concretezza del fatto storico rispetto al dominio dell’azione verbale, su cui si fonda ormai l’essenza dell’attività politica stessa. Occorre altresì considerare che non si deve nemmeno pensare di cadere nell’errore di attribuire all’animale politico umano capacità di mutamento delle condizioni reali che, in parte, non ha: vi sono fattori, come sappiamo, indipendenti dalla sua volontà, ed il cui potenziale non potrà mai essere pienamente compreso, né razionalizzato.

In tal senso, ciò costituirebbe anche un coerente banco di prova per ciascuno. Un ritorno all’essenzialità, del tutto esente da ogni edulcorazione. Produrrebbe la maturazione di caratteri ben diversi da quelli che si ritiene debbano essere gli unici accettabili nel presente contesto sociale.

Tifare caos? Forse l’espressione può apparire inappropriata, o semplicistica. Tuttavia, essa esprime sostanzialmente quanto costituisce l’oggetto delle presenti considerazioni.

Allo stesso modo, induce a ritenere che quelle di molti esponenti del pensiero cosiddetto pessimista, da Albert Caraco ad Emil Cioran, non fossero meri esercizi di stile, né arbitrarie fantasie, ma preveggenza…

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