Ancora Spengler!
- Oggi, da qualsiasi prospettiva la si guardi, la civilizzazione occidentale appare in decadenza e, forse, sull’orlo del collasso definitivo. Il punto di vista di ciascuno favorirà alcuni aspetti piuttosto che altri: il lato economico o quello religioso, quello politico o quello culturale, la prospettiva identitaria o altro ancora. Una cosa non esclude l’altra, ma certamente un progressista tenderà a ragionare in termini diversi da un conservatore. Comunque sia, in estrema sintesi, bisogna riconoscere che da più lati, la condizione attuale dell’Europa e dell’Occidente viene percepita come in piena crisi. Le risposte alle sfide attuali sono molto diverse, ma è probabile che si vada verso un chiarimento di campo, che determinerà una radicale e decisiva distinzione tra le forze della civiltà solare e quelle dell’anti-civiltà nichilista.
- Ad oggi le cose sono in movimento, Nella complessità attuale risulta difficile orientarsi e spesso si trovano appigli parziali e curiosi in personalità ambigue. Sono state tentate misure di ogni genere negli ultimi anni per contenere la crisi economica, ma come ben si vede sono servite a poco. L’immigrazione ha prodotto disagio, insicurezza, disgregazione sociale. L’educazione scolastica arranca e così ogni altro aspetto della vita. Ciò sta a indicare che le risposte tentate fino a oggi si sono rivelate inadeguate. In questa fase storica tutto è in movimento, si parla di transizione tecnologica ed energetica e i colossi dell’high tech sono in aperta competizione tra loro. In questa fase la tattica spregiudicata ma lucida e salda nei principi ha margine di successo.
- Oswald Spengler non ha mai smesso di parlarci. Nella sua opera problematica e profonda ha compreso le dinamiche storiche in corso. L’Europa ha perso la sua forza essenziale, si è allontanata dal suo essere autentico per dirla con Heidegger, e da civiltà storica si è sempre più avvizzita e ridotta a civilizzazione pietrificata, impaurita, assediata. Gli imperi “di colore” prevalgono, estendono i propri interessi dove prima l’uomo europeo regnava. Il denaro sostituisce ogni culto, il consumismo annienta le identità. Così non sono nuove civiltà a sorgere e rimpiazzare le vecchie, ma un qualcosa di informe e tremendo che tutto assorbe e annienta.
- Una civiltà forte nei suoi principi è in grado di accogliere lo straniero. Una civiltà sicura di se stessa perché vivente nei suoi popoli, non teme l’incontro e il confronto. Nelle differenze c’è sempre possibilità di arricchimento e comprensione; nelle distanze c’è sempre un momento di possibile avvicinamento. Il vuoto però non può riempire un altro vuoto. L’immigrazione con la quale si vuole sostituire la popolazione europea autoctona non è portatrice di alcuna civiltà, ci alcuna cultura e di alcuna spiritualità. Risulta sempre più chiaro a tutti che non basteranno le genuflessioni, le sottomissioni, le rese incondizionate e le distruzioni insensate. Il mondo degli eguali giunge alle sue estreme conseguenze e si preannuncia nel regno dell’anti-civiltà. Abbattute le statue, distrutti i monumenti, uccisi i bianchi, questi sciami brulicanti non saranno in grado di costruire alcunché, niente di bello e buono potrà rinnovare l’architettura delle nostre città. Perché nessuno di questi è animato da un progetto di civiltà. Distrutta la civiltà europea e i suoi resti, sarà il tempo dell’anti-civiltà. E se qui le cose sono in fase più avanzata, non è detto che altrove il fenomeno arriverà comunque.
- I simboli del nuovo mondo sono i mezzi di consumo, le tecnologie e tutto ciò che attorno ad esse ruota nell’etere. Accelera la produzione, accelera l’evoluzione, accelera il controllo. Sarà più semplice monitorare attraverso algoritmi una popolazione sempre più semplificata, annichilita. Distrutto ciò che sta ad interiore homine, anche il foro interno potrà essere riempito da dati creati su misura. Tutto potrà essere comprato, formattato, riprogrammato. Le identità si comprano online, le piattaforme digitali determinano cosa si può dire e fare. Tutti si adeguano per essere parte dell’unico mondo possibile. Dell’unico mondo rimasto.
- Spengler sollecitava l’uomo europeo a insorgere contro la fatalità. Accettare le sfide della storia significa tentare delle vie, portare il fuoco nella notte, non abbandonare la lotta quando tutto sembra perduto. Perciò bisogna riscoprire la lunga memoria che rigenera la storia, il coraggio che conquista e fonda, l’intuito creatore che illumina. L’asse della civiltà. [FB]