Alta cultura e finalità patriottiche (J. Bowden)

Alta cultura e finalità patriottiche
Jonathan Bowden
[2001 inedito]
Qualsiasi rinnovamento patriottico degli inglesi e della Gran Bretagna nel suo complesso deve concentrarsi sul rinvigorimento culturale della vita nazionale. Tutto ciò comporterà un impegno coordinato di risollevare l’attuale dissoluzione della capacità, del gusto, del talento e dell’apprezzamento culturale attraverso misure proattive. Prima di tutto, dobbiamo ricordare – alla maniera di Cultura e Anarchia di Matthew Arnold – che la Kultur è gerarchica, senza pietà. Esiste una proiezione definita ed elitaria della cultura, in cui la cultura bassa o popolare alimenta forme medie e/o esplicative che poi trovano la loro piena fioritura elitaria nella cultura alta. Quest’ultima deve essere data al popolo in modo aperto e palese attraverso forme di massa – in televisione, alla radio, su Internet, tramite la diffusione di massa di musica colta nei luoghi pubblici, ecc. La muzak sarà e dovrà essere sostituita dalla musicologia di Tallis, Byrd, Taverner, Purcell, Bliss, Bax, Ireland, Walton, Delius, Elgar, Vaughan Williams, Smyth, Britten, Mathias e così via.
Tutte le iniziative culturali dovranno essere evolutive e allontanarsi dal materialismo, dal somatico, dal basso e dall’extraeuropeo per andare verso la crescita spirituale, l’igiene mentale, le potenzialità eugenetiche e le possibilità del genio creativo, pur rimanendo fondate sulla realtà dei sensi e dell’erotismo.
Sul piano pratico: tutte le gallerie, i musei, gli istituti culturali, le istituzioni scientifiche e simili devono essere gratuiti per il pubblico.Tutto il patrimonio culturale ottenuto grazie all’avanzata imperiale (come i marmi Elgin del British Museum) deve rimanere in questo Paese.Tutti i tentativi di rimuovere l’eroico passato razziale del Paese – ad esempio, lo smantellamento delle statue degli eroi che sedarono l’ammutinamento indiano – devono essere contrastati in modo analogo agli sforzi delle Nazioni Unite di impedire ai Talebani di distruggere le antichità buddiste in Afghanistan.
La “censura” deve essere applicata anche a forme egualitarie, anti-elitarie, “politicamente scorrette” nella loro cosiddetta “correttezza politica”, ultra-liberal liberali, pro mescolanza etnica o scatologicamente pornografiche, sempre con la riserva che la grande arte è posseduta dalla dialettica di morte e sessualità (testimone il Tito Andronico di Shakespeare), che periodi di decadenza possono combinarsi con periodi di Rinascimento e che la censura di cui parliamo si riferisce all’emarginazione di opere come The Romans in Britain di Howard Brenton piuttosto che a una celebrazione del teatro dell’epoca della Restaurazione, semmai tutto il contrario.
Allo stesso modo, la poesia, la retorica, il latino, il greco antico, il teatro (in cui abbiamo eccelso come nazione), la musica, la danza, la scultura, la pittura e il disegno devono essere insegnati a scuola. Deve finire la falsa antitesi tra sport e cultura artistica: deve esserci una sintesi tra mente e corpo, non il contrario. Il nostro ideale deve essere la combinazione dello spirito dell’artista e del soldato in un uomo, in molti uomini. A tal fine, è necessario istituire in tutta la nazione competizioni nazionali dalla prima adolescenza fino all’età adulta, e anche dopo.
La logica della competizione e della “morte in combattimento” tramite spada artistica deve essere universalmente istituzionalizzata, come nel caso del famoso Concorso pianistico di Leeds, ad esempio. È necessario creare diverse università o politecnici avanzati per promuovere esclusivamente il genio, ossia il potenziale creativo e artistico spesso presente in coloro che hanno un’intelligenza con fattore G superiore a 148 QI (il criterio di genialità del Mensa). Allo stesso modo, non si dovrebbe rinunciare a una successiva sperimentazione genetica per aumentare l’intelligenza umana in modo generalizzato, operando direttamente sulla linea genetica.Anche se questi sviluppi sono forse lontani un secolo (meno dieci o vent’anni), nessuno scrupolo religioso o etico dovrebbe impedire alla nazione di sviluppare le basi biologiche del talento per il suo stesso bene.
Inoltre, è necessario creare un sottocomitato del Consiglio delle Arti per facilitare il genio creativo a tutti i livelli.Tutto il potere di questo organismo deve essere affidato a un solo uomo: con i comitati non si può mai fare nulla di creativo; tutta la vera cultura viene creata in modo progressivamente dittatoriale. Il presidente della sottocommissione dovrebbe senza dubbio cambiare ogni anno o giù di lì, ma sarebbe incaricato di fornire una serie di modeste borse di studio bohémien per consentire alle persone di vivere scrivendo opere teatrali, sceneggiature cinematografiche, dipingendo, recitando, scolpendo, completando sinfonie e via discorrendo.
Tutti questi fondi dovrebbero essere mantenuti molto limitati; tutte le sovvenzioni dovrebbero portare alla pubblicazione o all’esecuzione. Gli equivalenti del settore privato devono essere incoraggiati e tutte le donazioni del settore privato alle arti e alla creatività in generale devono essere esenti dalle tasse. Inoltre tutti gli enti artistici devono basarsi su un principio di rivoluzione permanente: dopo un certo periodo di tempo, tutte le compagnie teatrali statali, le organizzazioni di arti dello spettacolo e gli enti che ricevono sovvenzioni devono sciogliere i loro team di gestione e cercare sostituti esterni, con la riserva che tali gruppi devono essere finanziati esclusivamente o principalmente dai contribuenti. In caso contrario, sarà sicuramente sufficiente la pressione del mercato.
Questa politica delle porte girevoli impedirà le cricche, il nepotismo, le reti personali e la promozione di opere sicure o accessibili, che attualmente sono relative a un pregiudizio liberale totalitario nella cultura verso le opere, ad esempio, di Acker, Rushdie, Pinter, MacInnes e Kureshi, contro l’iconoclastia relativista di un Powell, un Pressburger, uno Scruton, un Wyndham Lewis o, nella cultura tedesca contemporanea, Syberberg.
Infine, lo Stato e i partenariati pubblico-privato devono investire in tecnologie ultramoderne per proiettare le immagini più belle sugli edifici, nei luoghi pubblici, nell’aria, sui tram e sui mezzi di trasporto pubblico, persino nel cielo – in breve, tutte le tecniche attualmente utilizzate per bombardare i cittadini con la pubblicità devono essere impiegate per trasmettere immagini che (solo per limitarsi alla tradizione britannica) potrebbero mostrare La valorosa Téméraire trainata al suo ultimo ancoraggio per essere demolita (1838) di Turner fluttuare nell’etere sopra Trafalgar Square, accanto alla National Gallery.
Traduzione di Francesco Boco
Testo inedito tratto da
https://counter-currents.com/2025/03/high-culture-patriotic-purpose/
Il volume di J. Bowden “Radicale”
La puntata di Progetto Razzia dedicata a Bowden