Dell’uomo superiore. F. W. Nietzsche
Oggi son signori gli uomini piccoli; i quali predicano — concordi — la rassegnazione, la modestia, la prudenza, i riguardi e la lunga teoria delle piccole virtù.
Chi è di natura feminea, chi procede da una stirpe di schiavi (e particolarmente il fango plebeo), vuol esser padrone dei destini umani. Oh nausea! Oh schifo, schifo!
Tutta questa vil gente domanda e domanda e non si stanca di domandare: «In quale miglior modo l’uomo può conservarsi? cioè più a lungo e più piacevolmente?». E con ciò — essi sono i dominatori dell’oggi.
Cacciateli, questi signori dell’oggi, o miei fratelli: essi sono il più gran pericolo che minacci il superuomo!
Cacciate, o uomini superiori, anche le piccole virtù, le piccole prudenze, i riguardi pel granello di sabbia e per il brulicare delle formiche, per la miserabile contentezza, per la «felicità dei più!».
E, anziché arrendervi, disperate. Non per altro io vi amo, se non perchè voi sentite di non poter vivere nell’oggi; così, solitari, o uomini superiori, voi vivete nel miglior modo!
[…]
E voi, uomini superiori, credete forse ch’io mi sia qui, per riparare al male che avete fatto?
O forse credete ch’io voglia preparare un più molle giaciglio ai sofferenti? O additar nuovi sentieri agli irrequieti, agli smarriti, agli straziati?
No! No! Tre volte no! Conviene che gli uomini della vostra sorte periscano in sempre maggior numero; e che soccombano fra voi anche i migliori, giacchè la vita, vi sarà resa sempre peggiore e più dura. Così — così soltanto s’innalza l’uomo alle regioni del fulmine che colpisce ed atterra: s’innalza pel fulmine!
Poche cose, e lunghe e lontane, io desidero e penso: che m’importa della vostra miseria piccina, molteplice e breve?
Voi per me non soffrite ancora abbastanza! Giacchè voi soffrite di ciò che siete, ma non di ciò ch’è l’uomo. Voi mentireste, affermando altra cosa! Voi tutti non soffrite in causa di ciò per cui io ho soffèrto!
(Dell’uomo superiore, trad. 1915)