Propaganda e arte totale – Locchi
Quella teatralità demagogica che Nietzsche rimproverava al dramma wagneriano si è rivelata positivamente produttiva, nella misura in cui ha permesso al mito di estendere il proprio campo anche là dove il suo significato più profondo non poteva essere ancora immediatamente percepito. La teatralità wagneriana (che in realtà esiste solo in virtù di una lettura superficiale del dramma) altro non è che la dimensione essoterica del mito, l’accentuazione intenzionale di ciò che è accessibile alla massa. Questa qualità subalterna dell’opera è del resto anch’essa conforme alla logica del mito sovrumanista: là dove non c’è uguaglianza né della sensibilità né delle intelligenze, una informazione che voglia essere comunitaria ed anzi costitutiva di comunità deve poter agire a tutti i livelli di comunicazione e dotarsi di un linguaggio pluridimensionale.
Creato all’alba dell’epoca delle masse il dramma wagneriano è Kunstwerk der Zukunft, opera d’arte dell’avvenire: e fra tante altre cose è anche grazie alla pluralità gerarchica della sua informazione al tempo stesso propagandistica e iniziatica. La propaganda che troppi ostentatamente fingono di condannare e sprezzare, altro non è in effetti che il solo mezzo adeguato per toccare le masse e informarle nella più ampia misura possibile. Del resto nessuno – è facile constatarlo – si priva di far ad essa ricorso, in tutti i campi delle relazioni sociali. Il male delle nostre società, per quanto concerne l’informazione, non risiede nel ricorso alla propaganda, bensì nella unidimensionalità del discorso sociale che è divenuto unicamente propaganda, senza uno strato interno veicolante una informazione più profonda, cosicché la propaganda è divenuta a poco a poco, e per tutti, la sola informazione. Nel campo dell’arte questo impoverimento ha condotto sia ai miserabili prodotti destinati al corrente consumo di massa sia agli sterili esercizi di tecnici che rappresentano a sé stessi un loro inutile saper fare. Anche da questo punto di vista, l’opera artistica di Wagner costituisce, con la sua pluridimensionalità informativa l’esempio di ciò cui dovrebbe tendere l’opera d’arte nel nostro tempo.